di Elio Cannillo
Si sta avvicinando il quarantesimo anniversario della fondazione della Associazione Italiana di Cristallografia (AIC). La memoria di quei fatti lontani si fa in tutti più imprecisa; diversi dei protagonisti di quell’avvenimento sono purtroppo ormai scomparsi; i documenti sono tuttora dispersi fra l’archivio ufficiale dell’Associazione e alcuni archivi privati; alcuni di questi documenti, come quasi tutte le fotografie dell’Assemblea di fondazione, sono andati perduti.
Una panoramica parziale dei soci presenti durante l’Assemblea di fondazione (Roma, CNR, Sala Marconi, 19 Gennaio 1967) Si riconoscono Fiorenzo Mazzi (presidente 1968-69, prima fila a destra), Alessandro Vaciago (presidente 1973-75, prima fila al centro), Giuseppe Allegra (presidente 1979-1981, seconda fila, dietro a Vaciago), Alessandro Coda (presidente 1976-78, quarta fila, il terzo da destra), Elio Cannillo (presidente 1988-90, quarta fila, il secondo da destra), Mario Mammi (presidente 1985-87, terza fila, il primo a sinistra)
In questo quadro non è parso inutile stendere una ricostruzione dei fatti che hanno condotto alla costituzione dell’Associazione e del primo anno della vita di quest’ultima, ricostruzione condotta sulla base dei documenti, in genere copie, rimasti in possesso del primo presidente dell’Associazione, Fiorenzo Mazzi, dopo la consegna, testimoniata da un verbale dell’epoca, di tutta la documentazione ufficiale al suo successore.
Preliminarmente può essere opportuno ricordare brevemente quanti erano in Italia, negli anni sessanta, coloro che si auto-definivano cristallografi, dove costoro lavoravano e quale era stata la loro storia. Per esempio, la seconda edizione del World Directory of Crystallographers (and other scientists employing crystallographic methods), pubblicata nel 1960, comprendeva il nome di 76 cristallografi italiani, appartenenti a 19 diversi gruppi di ricerca. Secondo la sintesi storica pubblicata a cura dell’AIC, in occasione del XX congresso della IUCr (Firenze 2005), il primo gruppo italiano ad utilizzare la diffrazione dei raggi X a fini strutturali fu, negli anni venti, quello costituito a Milano, sotto la direzione di G. Bruni, e formato da G.R. Levi, A. Ferrari, G. Peyronel e G. Natta. Ferrari fondò poi il gruppo di Parma, avendo fra i suoi primi collaboratori L. Cavalca e M. Nardelli. Sempre nel campo della chimica, G. Giacomello e S. Bezzi fondarono negli anni cinquanta, rispettivamente a Roma e a Padova, i primi Centri di ricerca CNR nel settore cristallografico. I primi collaboratori di Giacomello furono V. Caglioti, P. Corradini, A.M. Liquori e A. Ripamonti. Quelli di Bezzi furono invece U. Croatto, V. Scatturin, C. Panattoni e M. Mammi. Sempre negli anni cinquanta va ricordata la nascita dei gruppi di M. Simonetta a Milano e di L. Sacconi a Firenze.
Nel campo della Mineralogia i primi lavori sono da ascrivere al gruppo di E. Onorato a Roma, nel corso degli anni trenta. Dopo la guerra vediamo attivi F. Sgarlata a Roma, il gruppo di M. Fenoglio a Torino e quello di E. Sanero e F. Bedarida a Genova. A Firenze, nell’istituto diretto da G. Carobbi, iniziarono la loro carriera F. Mazzi, G. Cocco e C.L. Garavelli, poi fondatori rispettivamente dei gruppi di Pavia, Perugia e Bari. A Pisa, alla scuola di S. Bonatti, si formarono G. Gottardi, poi fondatore del gruppo di Modena, e S. Merlino.
A livello internazionale, il 7 aprile 1947, era stata fondata la International Union of Crystallography (IUCr). L’Italia vi aveva aderito a far data dal 1° gennaio 1951, tramite il CNR. Gli statuti della IUCr prevedevano infatti che l’adesione di ogni paese avvenisse ufficialmente per il tramite di un’Accademia delle Scienze o altro organismo similare che, oltre a garantire il pagamento della quota annuale, provvedesse alla nomina di una Commissione o di un Comitato nazionale, incaricati di tenere i rapporti con l’Unione stessa. Per l’Italia questo organismo fu la Commissione Italiana di Cristallografia (CIC) del CNR, composta, all’epoca della fondazione dell’AIC, da: E. Onorato (presidente), S. Bezzi, G. Carobbi, M. Fenoglio, M. Fornaseri (segretario), F. Fumi, G. Giacomello, S. Ghizzetti. Fino al 1957, con una composizione della Commissione solo lievemente diversa, era però stato segretario della CIC G. Giacomello. Nel 1948 era iniziata la pubblicazione di Acta Crystallographica, la rivista ufficiale dell’Unione. I cristallografi italiani furono da subito attivamente presenti su questa rivista con i loro articoli in lingua inglese, pur continuando, come è ovvio, a pubblicare, sia in inglese sia ancora in italiano, anche sulle riviste specifiche del settore chimico o mineralogico. A titolo di esempio, nel 1967, l’anno di fondazione dell’AIC, furono pubblicati su Acta 31 articoli di autori italiani, su un totale di 330 pubblicati nell’annata. L’importanza della cristallografia italiana è testimoniata anche dall’assegnazione all’Italia del VI Congresso dell’IUCr, tenuto a Roma nel 1963, pochi anni prima della fondazione dell’AIC.
Possiamo ora dare inizio alla nostra ricostruzione della nascita dell’AIC, e lo facciamo riproducendo la prima parte del rapporto del Comitato promotore all’Assemblea di fondazione.
“Il 15 gennaio del 1966, terminato il Convegno sullo stato di avanzamento delle ricerche di strutturistica chimica diffrattometrica, organizzato a Roma dal Comitato per le Scienze chimiche del CNR, fu avanzata dal prof. Scatturin la proposta di costituire un’Associazione che riunisse i cultori delle ricerche sulla struttura dei cristalli, con lo scopo di favorire lo sviluppo di questa branca della scienza”.
“L’idea venne accolta con favore dalla maggioranza dei presenti e, seduta stante, venne nominato un Comitato composto di sette membri con il compito di studiare uno statuto e un regolamento della Associazione, da presentare in un secondo tempo alla approvazione di coloro che ne fossero interessati. Risultarono nominati i professori Corradini, Giacomello, Liquori, Nardelli e Scatturin in rappresentanza dei chimici, Vaciago dei fisici e Mazzi dei mineralisti”.
“Nei giorni successivi, il prof. Scatturin provvide a compilare una bozza di statuto, tracciata sulla falsariga di quello della Associazione Americana di Cristallografia, che poi il prof. Giacomello inviò in visione agli altri componenti del comitato, con l’esplicito invito a presentare proposte di emendamenti da discutere in una successiva riunione collegiale”.
“Tale riunione ebbe luogo presso l’Istituto di Chimica farmaceutica di Roma, il 26 febbraio 1966; la presiedette il prof. Giacomello, segretario il prof. Vaciago, presenti tutti i componenti del Comitato tranne il prof. Liquori, assente giustificato”.
“Un’ampia introduzione fu tenuta dal prof. Giacomello per riassumere lo scopo per cui la riunione era stata indetta e anche per precisare quelli che, a suo parere, avrebbero dovuto essere i rapporti fra la Commissione Italiana di Cristallografia del CNR e la costituenda Associazione: la prima rimanendo l’organo ufficiale italiano nel campo della cristallografia e la rappresentante l’Italia in seno all’Unione internazionale; la seconda invece nascendo con i caratteri precipui di una associazione scientifica”.
“Successivamente si passò all’esame dei singoli articoli dello statuto proposto dal prof. Scatturin, nonché degli emendamenti presentati dai prof. Nardelli e Mazzi, che già prima della riunione erano stati comunicati per lettera a tutti i componenti il Comitato”.
“Gli intendimenti del Comitato nel redigere lo statuto che poi vi è stato inviato possono essere riassunti nel modo seguente. Sul nome da dare all’Associazione, cioè Associazione Italiana di Cristallografia, l’accordo fu generale: anche se in Italia il termine “cristallografia” è inteso da molti (specialmente fra i non “addetti ai lavori”) nel significato limitativo di cristallografia morfologica, l’esperienza in campo internazionale è chiara nell’allargare il suo significato fino a comprendere la parte della scienza che riguarda comunque lo stato cristallino e non solo quello, ma in generale tutti gli stati in cui possa essere messo in evidenza un ordine più o meno completo fra gli atomi”.
“A questa osservazione si collegò la lunga e appassionata discussione relativa all’articolo 2. Alcuni ritenevano di dover introdurre nel testo quale finalità dell’Associazione il potenziamento degli studi di ‘strutturistica diffrattometrica’, ad altri pareva che ciò fosse troppo limitativo anche se si doveva riconoscere che attualmente e ovunque il fenomeno sfruttato più largamente negli studi è quello della diffrazione”.
“Alla fine l’accordo fu trovato sulla attuale dizione dell’articolo 2, che ricalca quella della Associazione americana e che sembrò al Comitato abbastanza chiara nel condensare in poche parole ogni studio che possa eseguirsi in campo cristallografico, inteso quest’ultimo nella sua accezione più ampia, sia per l’oggetto di studio, sia per le tecniche e i metodi impiegati. Sugli altri articoli la discussione fu meno lunga e l’accordo fu rapidamente trovato”.
Effettivamente la versione iniziale dell’articolo 2 (E’ finalità dell’Associazione di potenziare in Italia le attività di strutturistica diffrattometrica, promovendo, favorendo e tutelando lo studio, sia sperimentale, sia teorico, delle disposizioni atomiche nella materia, nei loro aspetti geometrico e dinamico, delle cause che le producono e dei metodi e delle tecniche utilizzate) era notevolmente diversa da quella poi adottata (Lo scopo dell’Associazione, che non ha fini di lucro, è quello di promuovere e potenziare lo studio della disposizione degli atomi nella materia, delle sue cause, natura e conseguenze, delle metodologie e delle tecniche relative a tali studi).
La prima versione aveva provocato una vera e propria levata di scudi fra i professori di Mineralogia. Questi ultimi avevano ricevuto da Mazzi una comunicazione, datata 16 febbraio 1966, nella quale, riassunti i precedenti (“…io che, insieme a pochi altri mineralisti, partecipavo alla riunione, fui scelto, mio malgrado, a rappresentare i mineralisti stessi in un ristretto Comitato di sette persone, che avrebbe dovuto redigere uno statuto per la costituenda nuova Associazione. Non mi sembrò allora opportuno rinunciare al mio inserimento nel Comitato, per non ridurre a zero la già evidentemente scarsa rappresentanza dei mineralisti… Oggi ho ricevuto…le allegate bozze di uno statuto che dovrebbero essere discusse in una riunione da tenersi sabato 26 febbraio a Roma…”), egli chiedeva ai colleghi, esaminati i documenti, di inviargli “le loro osservazioni il più presto possibile, in modo da essere effettivamente il portavoce dei mineralisti… Capisco che il tempo a disposizione è scarso, ma chiederei che la risposta giungesse a stretto giro di posta, per esempio entro lunedì 21, visto che la riunione è il 26 febbraio e che dovrei spedire in anticipo agli altri membri del Comitato le osservazioni”.
Abbiamo riportato le date per un vivo senso di ammirazione per il funzionamento delle poste italiane del 1966: Giacomello aveva spedito lo statuto a Mazzi il 10 febbraio, Mazzi scriveva la sua lettera ai mineralisti il 16 e già il 21, come propostosi, poteva inviare agli altri membri del Comitato le proposte di modifica allo statuto sulla base delle lettere di risposta pervenute da una quindicina di colleghi (“la metà dei professori di Mineralogia italiani”). L’osservazione principale era quella che “…tutti quanti sono unanimi nel ritenere che, se gli articoli 1 e 2 rimangono nella loro forma attuale, la Società non possa essere denominata di Cristallografia, ma se mai di Diffrattometria. E ciò sia in base al ripetuto accenno alla strutturistica diffrattometrica, sia al contenuto dell’articolo 2, che, mentre da una parte amplia il campo di interessi della Società allo studio delle sostanze non cristalline, dall’altra lo restringe, eliminando non solo l’interesse nello studio di tutte le caratteristiche non propriamente strutturali dei cristalli, ma anche limitando le tecniche di ricerca a quelle diffrattometriche”.
Taluni mineralisti si erano espressi anche in modo più deciso di quanto non lasciasse trasparire la diplomatica sintesi di Mazzi. Riportiamo citazioni dalle lettere di solo quattro di loro, tutti ormai scomparsi e, già all’epoca, anziani e autorevoli. E, in seguito, tutti (tranne Onorato) soci fondatori dell’AIC.
Ettore Onorato: “…date le finalità dell’Associazione, chiaramente espresse nell’articolo 2, sarebbe preferibile usare la terminologia di Società di Diffrattometria oppure di Strutturistica diffrattometrica. Infatti la soluzione dei problemi di strutturistica non esaurisce i compiti della cristallografia, la quale tratta anche di molti altri problemi dello stato cristallino (accrescimento, ottica, elasticità, difetti reticolari, cambiamenti di fase, ecc). La cristallografia, intesa nel suo senso più completo ha trovato tradizionalmente e trova sempre posto nei temi di studio oggetto della Società di Mineralogia, così che una Società di Cristallografia costituirebbe un inutile doppione…”.
Giuseppe Schiavinato: ”…la comparsa di questa nuova Associazione avrà conseguenze varie su organizzazioni già esistenti alle quali sono interessati molti cultori delle nostre discipline. Non vedo però come sia possibile influire sugli orientamenti e sul funzionamento del nuovo organismo, se non partecipando attivamente al suo atto di nascita…Il nome proposto per l’Associazione mi sembra inevitabile. Dall’esame della bozza di statuto e dal confronto di questo con il testo dello statuto dell’American Crystallographic Association trovo eccessivo l’accento posto negli articoli 1 e 2 sulla “strutturistica diffrattometrica…Basterebbe parafrasare meglio il testo americano, lasciando libera la strada anche ad altri sviluppi, tradizionali o futuri, della cristallografia…”.
Guido Carobbi: “…non è opportuno che il nome sia Associazione di Cristallografia perché…la cristallografia, oltre alla strutturistica, comprende la cristallografia geometrica, quella chimica e la cristallografia fisica…Sono sicuro che lei difenderà, per quanto possibile, la mineralogia e la Società mineralogica,..il cui periodico perderebbe molto di prestigio se si facesse un giornale della Associazione di Cristallografia”.
Edoardo Sanero: ”…i campi di studio cristallografici…che non compaiono fra le finalità dell’Associazione sono numerosi: dalla cristallografia fisica alla crescita dei cristalli, alle imperfezioni reticolari, tutti campi che compaiono come sezioni nei congressi dell’Unione Internazionale di Cristallografia…Se si vuole creare un’Associazione Italiana di Cristallografia, le finalità dell’Associazione devono essere ampliate a tutti i campi della cristallografia…in questo caso noi potremmo aderirvi incondizionatamente…”
In realtà, come già ricordato sopra, la saggezza del Comitato promotore accolse quasi tutte le istanze avanzate dai mineralisti, permettendo una prosecuzione unanime del cammino intrapreso. Sempre nella riunione del 26 febbraio 1966, secondo il verbale, Vaciago diede “lettura delle osservazioni sul progetto di statuto raccolte dal prof. Giuseppe Caglioti tra i fisici operanti nel campo della cristallografia e da lui trasmesse al prof. Giacomello”, che gli aveva fatto avere per conoscenza la bozza di statuto. Purtroppo non abbiamo questo documento con le osservazioni dei fisici. Sarebbe anche interessante avere accesso agli archivi degli altri partecipanti alla riunione, per stabilire se ebbero anch’essi consultazioni con i loro colleghi prima di passare dalla prima formulazione di Scatturin dell’articolo 2 a quella definitiva, o se invece, come dice il verbale, tutto avvenne in due ore e “l’ampia discussione è conclusa dal prof. Giacomello con la proposta, accolta all’unanimità, di riscrivere l’articolo 2 dello statuto in una formulazione sostanzialmente simile a quella data dall’ACA, con in più un esplicito riferimento al carattere interdisciplinare della cristallografia”. Il Comitato, infine, incaricò Nardelli, Mazzi e Scatturin di stendere una bozza di regolamento, da esaminare in una successiva riunione, da tenersi entro il mese di aprile. Il verbale di questa prima riunione, come pure quello della successiva, tenutasi il 20 aprile 1966, (assenti Corradini e Liquori), di spiccata impronta curiale e di grande lindore formale, con una grande attenzione al ruolo svolto da Giacomello, sono senz’altro dovuti alla penna di Vaciago.
Riportiamo qui, come esempio di stile, ma anche per l’utile ricostruzione degli avvenimenti che seguirono, la seconda parte del secondo verbale (la prima parte riferisce sulla discussione e sull’approvazione del regolamento).
“Giacomello prende la parola per rilevare che il Comitato ha ora concluso il proprio lavoro preparatorio e che il prossimo atto sarà la riunione della prima Assemblea generale. Ringrazia gli altri membri del Comitato per l’opera svolta e per la fiducia accordatagli eleggendolo presidente del Comitato stesso nella prima riunione. A questo proposito, egli ritiene di aver esaurito il proprio compito e rimette quindi al Comitato il mandato di presidente. Ritiene che da questo momento il Comitato abbia come unico compito, e compito collegiale, quello di convocare al più presto la prima Assemblea generale”.
“Dopo calorosi ringraziamenti di tutti i presenti al prof. Giacomello, sulle dichiarazioni dello stesso si apre un’ampia discussione, con particolare riguardo ai tempi e ai modi della convocazione della prima Assemblea generale”.
“Sarebbe stato auspicabile, secondo Giacomello, far coincidere l’Assemblea con una seconda riunione, a brevissima scadenza, dei partecipanti al Convegno di strutturistica diffrattometrica indetto dal CNR lo scorso mese di gennaio, riunione che avrebbe dovuto procedere alla revisione e approvazione degli atti del Convegno stesso”.
“Vaciago comunica però che gli risulta che il CNR non ha intenzione di riconvocare i partecipanti al Convegno del 13-15 gennaio 1966 per una revisione e approvazione collegiale degli Atti. Sarà invece indetto, sempre dal Comitato per le Scienze chimiche, un secondo Convegno di strutturistica diffrattometrica, presumibilmente nel mese di gennaio 1967. Vaciago ritiene che comunque sia inopportuno collegare la prima Assemblea generale con convegni ufficialmente indetti dal Comitato per le Scienze chimiche del CNR, nonostante le evidenti economie, di tempo e di spesa, che questo collegamento permetterebbe ai partecipanti. L’idea di una Associazione di Cristallografia è nata alla fine di un Convegno che, pur essendo inteso come interdisciplinare, era stato pur sempre indetto dal Comitato per la Chimica, e al quale prendevano parte soprattutto dei chimici. L’iniziativa è stata ottima, ma a questo punto è bene, sempre secondo Vaciago, che la prima Assemblea generale sia indetta in modo, in luogo e in tempi del tutto autonomi, così da sottolineare fin dall’inizio il precipuo carattere interdisciplinare dell’Associazione di Cristallografia”.
“Scatturin è favorevole ad una convocazione immediata dell’Assemblea, così da poter giungere al congresso della IUCr di Mosca con l’Associazione già formalmente costituita. Dopo diversi altri interventi, in genere contrari ad una convocazione immediata, i convenuti decidono all’unanimità di convocare l’Assemblea generale nel prossimo autunno” in base all’elenco di tutti coloro che avranno risposto alla lettera-questionario che sarà indirizzata, insieme ad una copia dello statuto e del regolamento, a tutti coloro che sono elencati nel World Directory of Crystallographers, integrato dall’elenco dei partecipanti al Convegno di Strutturistica diffrattometrica, con l’esplicito invito a tutti i destinatari così individuati di estendere la comunicazione ad altre persone che essi ritenessero interessate”.
“Per le difficoltà che sempre sopravvengono, non fu poi possibile convocare l’Assemblea per l’autunno 1966 e fu allora deciso, anche se a malincuore, di convocare l’Assemblea al termine dei lavori del Convegno di Strutturistica diffrattometrica del 1967, presso l’aula Marconi del CNR. Nei mesi precedenti una commissione ristretta, costituita da Mazzi, Nardelli e Scatturin aveva inviato circa 250 lettere contenenti, oltre alle bozze di statuto e di regolamento, un questionario in cui veniva richiesto ai destinatari di manifestare il loro eventuale interesse per la costituenda Associazione. Le risposte furono 155, di cui tre negative: il risultato dimostrava che l’Associazione poteva contare su almeno 150 soci potenziali”.
Questo risultato, come pure tutte le osservazioni pervenute sul testo dello statuto e del regolamento proposti, venne comunicato nella lettera di convocazione formale dell’Assemblea per il 19 gennaio 1967. La sera precedente l’Assemblea, il Comitato, assenti Giacomello e Liquori, si riunì per esaminare dette osservazioni e ritenne suo dovere esprimere il proprio parere sulle proposte di modifica, prima di rimettere le conclusioni all’Assemblea medesima. A parte ulteriori emendamenti migliorativi del testo del già citato articolo 2 (Rigault, Ferraris, Zannetti, Coda, Mammi), la maggioranza delle proposte si concentrava sulle procedure per l’elezione alle cariche sociali e delle Commissioni, sulla durata del mandato, sulla frequenza e le date dell’Assemblea (Cocco, Locchi, Mammi, Peyronel, Riganti). Fu sollevato anche (da Calleri) il problema del criterio di scelta dei soci fondatori, se fosse cioè il caso di considerare soci fondatori tutti coloro che avevano risposto al referendum, o tutti coloro che avendo risposto fossero anche presenti all’Assemblea, o solo i presenti, avessero o non avessero risposto al questionario.
All’Assemblea parteciparono 108 persone; del Comitato di sette membri furono presenti per tutta la durata della riunione Corradini, Mazzi, Nardelli, Scatturin e Vaciago; per breve tempo, perché contemporaneamente impegnati in altre riunioni, Giacomello e Liquori. Alla presidenza della riunione fu chiamato, con unanime applauso, Peyronel. In base all’ordine del giorno, Mazzi fu chiamato a leggere la relazione sui lavori del Comitato. Finita di leggere la relazione, Mazzi, a nome di tutto il Comitato, replicò anche brevemente alle proposte di modifica dello statuto e del regolamento, chiarendo ulteriormente gli intendimenti del Comitato stesso nel compilare la bozza e facendo presente quali degli emendamenti proposti il Comitato faceva propri.
Conformemente a quanto previsto al successivo punto dell’odg, in seguito a proposta del Comitato e a breve discussione, furono definiti soci fondatori dell’Associazione tutti coloro che avevano risposto in maniera affermativa al preventivo referendum sulla costituzione dell’Associazione, fossero presenti o meno all’Assemblea, nonché tutti coloro che, pur non avendo partecipato a detto referendum, erano presenti all’Assemblea. Si può qui anticipare che i Soci fondatori furono poi 169.
Statuto e regolamento vennero discussi ed approvati prima articolo per articolo e poi nel loro complesso, talvolta apportando al testo emendamenti presentati nel corso dell’Assemblea. L’approvazione dei singoli articoli avvenne per lo più a grande maggioranza e quella dei testi finali all’unanimità.
Il punto successivo dell’odg prevedeva la nomina di una commissione incaricata della costituzione legale dell’Associazione e della organizzazione delle prime votazioni per l’elezione alle cariche sociali. A stragrande maggioranza venne deciso che la commissione fosse costituita dagli stessi membri del Comitato provvisorio e dal presidente dell’Assemblea Peyronel, e di attribuire a tale commissione le prerogative del Consiglio di Presidenza dell’Associazione, in particolare quella di richiedere ai soci il pagamento della quota sociale per il 1967, in modo da poter subito far fronte alle prime spese, per esempio quelle notarili e quelle per l’indizione delle elezioni.
A proposito delle elezioni per le cariche sociali va rilevato che Scatturin aveva ideato (e il Comitato prima, e l’Assemblea poi, approvato) un complicato meccanismo in due tempi che, mentre da una parte (segno dei tempi?) dava autorità ai presenti all’Assemblea nella scelta dei candidati, dall’altra con la votazione finale a domicilio permetteva che all’elezione partecipassero potenzialmente tutti i soci. Di fatto la prima votazione assembleare per la designazione dei candidati da sottoporre alla votazione a domicilio, avvenuta il pomeriggio stesso del 19 gennaio 1967, pur senza esplicitamente “contestarli”, eliminò subito, fin dalla rosa dei candidati per le votazioni a domicilio, i nomi di alcuni dei più eminenti cristallografi, sopra citati, colpevoli forse di “baronismo”.
Domenica 14 maggio 1967, si poterono riunire congiuntamente, presso l’Istituto di Chimica generale dell’Università di Milano, il Comitato provvisorio e il Consiglio di Presidenza (CdP) neo-eletto dell’AIC. Avevano votato entro i termini stabiliti 132 soci fondatori, ma 9 schede erano state restituite chiuse nella loro busta ai mittenti che non avevano provveduto al tempestivo pagamento della quota.
“In base alla graduatoria dei voti conseguiti dai vari candidati, il CdP dell’AIC per il biennio 1967-1968 è risultato così composto: Presidente Prof. Fiorenzo Mazzi, Vice-Presidente Prof. Luigi Cavalca, Tesoriere Prof. Alessandro Vaciago, Consiglieri i Prof. Mario Nardelli, Vladimiro Scatturin, Giovanni Cocco, Germano Rigault, Paolo Corradini, Giuseppe Allegra. Nello stesso giorno il CdP, presenti tutti i suoi componenti, ha provveduto alla nomina del Segretario nella persona del Prof. Vladimiro Scatturin”.
E il verbale prosegue: “E’ prevista per la fine del corrente anno, od ai primi del gennaio 1968, l’Assemblea annuale dei Soci, collegata ad un convegno scientifico… Tra le varie soluzioni prospettate per il carattere da dare al previsto convegno scientifico, il CdP si è orientato, per quest’anno, su un convegno riguardante un solo tema di attuale interesse per i soci. Il tema scelto è stato quello della diffrattometria automatica”. Ed ecco come questa scelta anticonvenzionale viene presentata ai soci nella relazione del CdP.
“…il Convegno scientifico tratterà dell’unico tema della diffrattometria automatica, che, a parere del CdP, è sembrato di estrema utilità e attualità per le ricerche cristallografiche. Visto che l’esperienza in questo campo, sia in Italia che all’estero, è ancora piuttosto limitata, anziché organizzare un Convegno che seguisse gli schemi tradizionali, con presentazione di comunicazioni scientifiche da parte dei soci, il CdP ha preferito invitare ricercatori qualificati delle varie case costruttrici ad esporre e discutere alcuni aspetti della diffrattometria automatica. Si è raccomandato esplicitamente ai relatori di mantenere le esposizioni ad elevato livello scientifico-tecnico, escludendo ogni riferimento di carattere commerciale… Inoltre si è pensato opportuno inquadrare le relazioni in una esposizione di principi di carattere generale: a tale scopo il Prof. B.T.M. Willis è stato espressamente invitato a tenere una ampia conferenza introduttiva avente per argomento il diffrattometro ideale”.
Il primo Convegno dell’AIC e la concomitante prima Assemblea generale dell’Associazione si tennero poi a Perugia, dall’11 al 13 gennaio 1968. Al Convegno furono effettivamente presentate solo nove comunicazioni su invito. A parte la citata conferenza introduttiva del prof. B.T.M. Willis, queste furono tenute dal Prof. W.A. Wooster, per conto della Crystal Structures, dal dr. J. Honstra, per conto della Philips, dal dr. R.L. Beddoes per conto della Hilger, dal dr. D.W. Beard per conto della Picker, dall’ing. R. Curcio per conto della General Electric, dal dr. A.J.M. Duisenberg per conto della Nonius, dal prof. E.R. Wölfel per conto della Stoe e dall’ing. E.A. Mayer per conto della Siemens. I testi di queste comunicazioni furono stampati, grazie ad un contributo del CNR, in un volumetto, ormai prezioso documento di antiquariato, se non di archeologia cristallografica.
Nel corso dell’Assemblea, le discussioni riguardarono argomenti destinati poi a caratterizzare per molto tempo le attività dell’Associazione. Ricordiamo qui il riconoscimento dell’Associazione da parte della Presidenza della Repubblica (ottenuto in realtà, dopo innumerevoli e incredibili vicissitudini, solo nel 1998, grazie all’impegno diuturno e instancabile di Mario Mammi) e la costituzione delle Commissioni di studio. Ne furono istituite tre: la Commissione per l’insegnamento e la nomenclatura, la Commissione per il calcolo cristallografico, la Commissione per l’automazione e la strumentazione. Le elezioni delle Commissioni avvennero nei mesi successivi e le Commissioni furono insediate nel mese di aprile 1968. Furono eletti, rispettivamente: A. Braibanti, G. Gottardi, A. Mugnoli per la prima; V. Albano, A. Domenicano, P.L. Orioli per la seconda; P.L. Bellon, M. Mammi, F. Sgarlata per la terza. Per l’organizzazione del Convegno successivo fu invece deciso per la sede di Parma e per la formula tradizionale delle presentazioni scientifiche da parte dei soci.
Ma a questo punto i documenti in nostro possesso si rarefanno e per proseguire una ricostruzione minimamente accurata occorrerà esaminare a fondo i documenti conservati nell’archivio ufficiale dell’Associazione e poter contare sulla collaborazione dei colleghi che possiedano, a qualunque titolo, nei loro archivi personali documenti sulla vita dell’AIC.
Elio Cannillo
Questo testo è stato originariamente pubblicato nel volume “Incroci. Scritti in onore di Mario Mammi”, edito nel dicembre 2006 dalla CLEUP. Ringraziamo l’Universita’ di Padova per averne concessa la riproduzione sul sito dell’AIC.
Documenti: elenco dei presenti all’assemblea della fondazione